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Profumo di torta di mele significa profumo di casa.
Lo sanno bene negli Stati Uniti, dove le agenzie immobiliari mettono a scaldare, nel forno delle case in vendita, una torta di mele in modo da diffonderne la fragranza, così che i possibili acquirenti appena varcano la soglia vengano accolti da un caldo abbraccio e si sentano già a casa propria.
Anche per me il profumo della torta di mele significa casa, e come molti, casa della nonna.
Mia nonna Maria era una cuoca abilissima, non si cimentava in grandi preparazioni, ma ogni volta che cucinava qualcosa, quel qualcosa risultava straordinariamente buono.
La sua mitica torta di mele è una di queste preparazioni.
Piaceva veramente a tutti, vicini compresi, che spesso, quando incontravano mia nonna, buttavano lì la battuta su quanto fosse buona la sua torta di mele e che era già un po’ che non la faceva…e così lei si metteva li e in un attimo, voilà una sublime torta di mele pronta.
La suddetta torta era pure ragione di continua discussione, che spesso scivolava in un’acre battaglia all’ultima briciola, fra me e mio zio. Quando sono nata lui era un ragazzino e così siamo cresciuti insieme, come fratelli. Una volta grandini, abbiamo continuato a volerci tanto bene, ma a punzecchiarci e litigare sempre sulle stesse cose.
Morale che quando mia nonna mi chiamava per dirmi che aveva preparato la torta di mele, dovevo fare le corse per andare a prenderla sennò lui, che abitava più vicino, “capitava per caso” e con la scusa che in famiglia erano quattro, se ne portava via più della metà. Quando poi capitavamo in casa di nonna nello stesso tempo, volavano scintille, con mia nonna che cercava da un lato di quietarci e dall’altro se la rideva alla grossa. E quando le chiedevamo di farne una più grande, lei rispondeva che più grande dello spazio del forno non si poteva.
L’ho guardata prepararla molte volte, cercando di capire quanto pesassero gli ingredienti, ma lei non voleva pesare nulla “ci metti un po’ di questo, e poi un po’ di quell’altro…” e io “si ma quanto?” e lei “ma insomma vai ad occhio no?!?”
Ecco allora io ad occhio non so andare, quindi ho provato varie combinazioni fino a trovare quella che secondo me funziona meglio, la torta è davvero buona, ma non sarà mai come la sua. E mi manca moltissimo, non solo la torta.
Con questa ricetta contribuisco alla settimana della torta di mele, (la settimana più golosa di tutto il calendario) secondo il Calendario del Cibo Italiano di AIFB, ambasciatrice la mitica Stefania Orlando, meglio nota come l’Araba Felice in cucina!
Ingredienti
500g di mele Golden
400g di farina
Sale (un pizzico)
200g di burro morbido
200g zucchero
3 uova
Cannella
5-6 amaretti morbidi (io del Sassello)
Preparazione
In una terrina mescolate la farina con un pizzico di sale e 150g di zucchero, unite 150g di burro a pezzetti, e due uova sbattute. Lavorate rapidamente il composto, formate una palla, avvolgetela nella pellicola e riponetela in frigorifero per circa 30 minuti.
Nel frattempo lavate e sbucciate le mele, privatele del torsolo e dei semi e tagliatele a fettine.
Fatele saltare in una padella con i restanti 50g di burro, i 50g di zucchero e una spolverata di cannella.
Riprendete la pasta, formate due dischi (uno sarà la base, l’altro il coperchio) stendendola tra due fogli di carta da forno, per non farla attaccare, fino ad uno spessore di circa 4-5mm (cercate di tenerla il più sottile possibile). Foderate una teglia, precedentemente imburrata e infarinata, con il primo disco, versate il composto di mele, sbriciolate sulla superficie gli amaretti a coprirla completamente, sistemate il secondo disco di copertura, chiudete con la pressione delle dita le due sfoglie e spennellate la superficie con un tuorlo d’uovo (io non l’ho fatto).
Infornate a 180° e cuocete per circa 45 minuti o fino a quando la torta non avrà assunto un bel colore dorato.
Servitela tiepida, darà il suo massimo.
4 comments
Buonissima questa torta di mele e quanti ricordi, la mia nonna invece faceva lo strudel di mele e tirava la sfoglia sottilissima
Le mele nei dolci ci parlano proprio di casa ed affetti
Un abbraccio Manu
PS:la tua torta la farò sicuramente
Anche io avevo una nonna Maria, ed anche lei cucinava tutto ad occhio, credo di non averla mai vista con una ricetta scritta. Ed ovviamente era una cuoca fantastica!
Grazie per aver condiviso i tuoi ricordi tramite questo dolce bellissimo 🙂
Ho conosciuto la tua cara nonna Maria (era un'amica d'infanzia della mia adorata mamma), purtroppo la sua torta invece no…ma deve essere stata buonissima!
I sapori delle preparazioni dei nostri nonni o genitori ci segnano e ce li portiamo dietro per sempre. E diventano anche metro di giudizio e purtroppo non è affatto semplice riprodurli, anche avendo la ricetta precisa.