Per la mia prima partecipazione alla mitica sfida MT Challenge, i muffin! Ma non semplici muffin, sarebbe stato troppo facile eh, muffin ispirati ad un testo letterario; sia esso una canzone, un libro, una poesia, una preghiera.
Per questa incredibile proposta vorrei ringraziare Francesca Carloni del blog Burro e Zucchero per l’ispirazione e la ricetta del muffin perfetto e Alessandra Van Pelt, perché oltre a rendere la sfida incredibilmente interessante, mi hanno dato l’opportunità di inaugurare finalmente la sezione Books,Films&Music di questo blog. Eh già, l’idea di creare ricette, possibilmente dolci, da libri, film e canzoni mi frulla nella testolina da un po’.
Letta la proposta “le celluline grigie”, per dirla alla Poirot, hanno cominciato a lavorare celermente ed alacremente, vagliando quasi tutta la mia biblioteca mentale, o quello che ne resta, e alla fine eccola li, l’illuminazione, mi è tornato alla mente un dialogo tratto da una delle commedie che più ho amato, che mi ha divertito e mi diverte moltissimo anche ora.
La commedia in questione è “The Importance of Being Earnest” dell’ineguagliabile, inestimabile e U-N-I-C-O Oscar Wilde.
Algernon, è un inglese benestante che finge di avere un amico di nome Bunbury che vive in campagna ed è di salute cagionevole, per cui ogni volta che si vuole allontanare dalla società londinese va a “trovare” l’amico malato, attività che lui stesso chiama “Bunburysmo”. Ma Algy ha anche un amico reale, Jack, e anch’esso ha un alter ego. Jack, è un nobile che vive in campagna, e per allontanarsi dai doveri di tutore della giovane cugina Cecily, ha inventato un fratello scapestrato di nome Ernest che vive in città. Jack ama Gwendolyn, la cui madre lo rifiuta come pretendente, in quanto orfano senza passato. Algernon, fingendo di essere lo sbandato fratello di Jack, piomba nella sua villa di campagna e si innamora di Cecily, ragazza sognante che ha sempre desiderato fidanzarsi con un uomo che si chiamasse Ernest. Da qui, inizia una serie di equivoci, scambi di personalità e incastri che rendono la commedia esilarante e avvincente, fino alla sua ironica e lieta conclusione.
L’umorismo di Wilde è pieno di nonsense, equivoci, ironia, giochi di parole, ed è proprio questo che rende interessante la commedia, basata sin dal titolo Ernest e Earnest (onesto) in inglese hanno la stessa pronuncia, e quindi su un controsenso che vedrebbe i protagonisti, che fingono di chiamarsi Ernest innamorarsi di Cecily e Gwendolyn, che sognano che il loro marito si chiami proprio così: Ernest (Earnest) è un nome che le fa vibrare, fremere di gioia e soddisfa le loro fantasticherie adolescenziali.
“The importance of being Earnest” racchiude un quadretto che attacca con stile le convenzioni dell’epoca di Wilde, la stupidità delle etichette sociali, la comica ipocrisia dell’alta società, la vacuità che si annida nel romanticismo infantile delle giovani; il tutto in una commedia frizzante e briosa, mordace, ma allegra, ironica ma profonda.
Ricordo benissimo, sia quando lessi la scena sia quando vidi la commedia a teatro, di aver riso fino alle lacrime e di aver desiderato davvero di assaggiare uno di quei muffin.
La scena in questione si svolge, durante il tè pomeridiano, nel giardino della villa di Jack dove i due giovani (Ernest&Ernest alias Jack&Algernon), cercano disperatamente un modo per cavarsi dall’impiccio in cui si sono cacciati. Algernon si sta letteralmente ingozzando di muffin e Jack lo riprende chiedendogli come sia possibile che durante un momento così difficile egli possa tranquillamente mangiare muffin.
Jack: How you can sit there calmly eating muffins while we are in this horrible trouble, I can’t make out. You seem to me to be perfectly heartless.
Algernon: Well, I can’t eat muffin in an agitated manner. The butter would probably get on my cuffs. One should always eat muffins quite calmly. It is the only way to eat them.
Jack: I say it’s perfectly heartless your eating muffins at all, under the circumstances
Algernon: When I’m in trouble, eating is the only thing that consoles me…at the present moment I’m eating muffins because I’m unhappy. Besides I’m particularly fond of muffins. (Rising)
Jack: (Rising) Well, that is no reason why you should eat them all in that greedy way. (takes muffins from Algernon)
Algernon: (offering tea-cake) I wish you would have tea-cake instead. I don’t like tea-cake. Jack, you’re at the muffins again! I wish you woudn’t. There’re only two left. (takes them). I told you I was particularly fond of muffins.
Jack: But I hate tea-cake
Algernon: Why on earth then do you allow tea-cake to be served up for your guest? What ideas you have of hospitality!
Avrei potuto passare subito alla ricetta ma come non omaggiarvi di questo video (tra l’altro in italiano), tratto dal film omonimo con Colin Firth e Rupert Everett?!? Che oltre ad essere molto British, sono talmente belli e affascinanti, che vederli insieme è un vero piacere per gli occhi.
Bene al piacere per gli occhi ora vorrei aggiungere quello per il palato. Per un tè pomeridiano questi muffin sono l’ideale, ricchi e molto morbidi, e con quel tocco in più che di certo sarebbe stato gradito a Wilde.
NdA Mi scuso con i puristi, so perfettamente che i muffin inglesi non solo quelli con la cupolina (americanissimi) e di sicuro non lo erano quelli della commedia nel 1895, ma il gioco sta nell’abbinare un muffin al testo e secondo me questi sono perfetti. Sono altrettanto convinta che se Algernon avesse potuto assaggiarne uno…beh di certo non ne sarebbero avanzati. 😉
Ho adattato la ricetta della Coffee Cake trasformandola in versione muffin (ne esistono già alcune versioni che però, testate, non mi sono venute come avrei voluto). Ho sostituito lo zucchero di canna con il brown sugar sia nell’impasto che nel topping poiché trovo che il sapore intenso del brown sugar, con il suo retrogusto di caramello, dia all’impasto una consistenza diversa e doni al gusto del muffin una marcia in più. Se non riusciste a reperirlo potete tranquillamente farlo a casa seguendo le indicazioni qui (Laurel Evans una garanzia!)
Io utilizzo le cups e gli spoons come unità di misura, tuttavia ho provveduto a pesare ogni ingrediente per essere sicura di indicare le dosi corrette. Con questa ricetta partecipo alla sfida nr. 43 del MTC
12 comments
Benarrivata e cominci alla grande.
Io sono letteralmente folle per Wilde e per il suo mondo.
Mi è piaciuto come hai reinterpretato la sua commedia e come l'hai resa tue.
Davvero brava!
Ma grazie! Anch'io sono folle per Wilde. Adoro tutta la sua produzione per non parlare dei suoi aforismi, ce n'è uno per ogni momento. 🙂
stupend commedia! battute fulminanti 😀 a me avevano colpito le tartine al cetriolo servite col tè, tipicamente inglesi ma che non conoscevo proprio!
Bellissimi i tuoi muffins, chissà che profumino
Non ci crederai inizialmente ho pensato ad una versione salata basata proprio sulle tartine al cetriolo hihihi
Il profumo dato dalla cannella+brown sugar era davvero ottimo. Grazie per il tuo commento 🙂
Il sapore caramellato dello zucchero scuro, il soffio penetrante e caldo della cannella……mi manca un distillato per essere in sintonia con il mondo e soprattutto con Mr. Oscar Wilde!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mille volte benvenuta:))))))))))))))))
La prossima volta Fabiana aggiungiamo un po' di assenzio…non nego di averci anche pensato ma… 😉
Grazie del benvenuto, sono proprio contenta.
Innanzitutto benvenuta all'MTC!!!!
Fantastica la scelta dell’opera forse più famosa e amata di quel genio di Wilde.
Lo adoro pazzamente e anni fa comprai pure un libricino con i suoi aforismi.
Solo un genio puro poteva creare una storia del genere, come dici tu “leggera” solo in apparenza mentre in realtà attraverso l’ironia denuncia le contraddizioni e vizi di un’epoca che dava troppa importanza alle apparenze tralasciando la sostanza delle cose.
Avevo già letto quello stralcio del dialogo sui muffins, esilarane!
Concordo, questi muffins sarebbero stati spazzolati in due minuti, vero conforto per i momenti più duri 🙂 sicuramente il brown sugar ha regalato un profumo e un sapore unici e proverò a farmelo in casa, è tanto che ci penso!
Bravissima!!!!
Grazie infinite!
Cara Francy, ti ringrazio per il tuo commento, ho notato che non hai mancato di commentare nessuna delle ricette… 🙂
Da Natura Sì (o affini) vendono un ottimo brown sugar, ma ti confido che quello fatto in casa non ha nulla a che invidiare, l'importante è trovare un'ottima melassa, quella si che fa la differenza. Fammi sapere, se ti va 😉
P.S.
Anch'io tanto tempo fa ho comprato il libretto degli aforismi e diciamocelo…sono sempre attualissimi!
benvenuta anche da parte mia e parti con il botto.
Non ho mai letto il libro di Wilde, ma è nella lista dei grandi classici che devo assolutamente leggere prima dei 40 anni e il tuo post mi ha fatto venire voglia di accelerare i tempi.
I muffins sono bellissimi e anche se non sono amante sfegatata della cannella, ne mangerei un pezzetto con un buon tè.
Grazie Chiara! Beh allora, è sempre il momento di leggere Wilde, quindi te lo suggerisco; per altro è un librettino che è talmente avvincente che scivola via in poche ore. Vedrai che ne rimarrai conquistata e ti verrà voglia di allargare la lettura agli altri. A mio avviso "Il ritratto di Dorian Grey" è il suo capolavoro. Devo dirti che la cannella si sente un bel po' e crea insieme al brown sugar un sapore unico. Potresti eliminarla dallo streusel e sostituirla nell'impasto con noce moscata se ti piace il gusto 🙂
Anche il brown sugar homemade?!
Ma bravissima, e benvenuta!
Sono deliziosi i tuoi muffins e la lettura del tuo post è stato un vero piacere, proprio come… prendere un caffè! 😀